domenica 5 febbraio 2017

Vento e nuvola e cielo; comuni denominatori della perfezione, eterni. Puoi cambiare la terra. Estirpare l'erba, spianare le colline, versare su tutto questo una città. Ma puoi estirpare il vento? Seppellire una nuvola nel cemento? Deformare il cielo per adattarlo all'immagine che l'uomo se ne fa? Mai.



venerdì 3 febbraio 2017

Oltremare...


In ogni viaggio per mare tutto può girare all'improvviso, insieme al vento. È inutile sforzarsi di prevedere le cose, basta conoscere il sistema per risolverle, essere pronti a decidere, capaci d'inventare e, soprattutto, veloci a virare, cambiare velatura, equipaggio, rotta.Oltremare, Marco Steiner



mercoledì 1 febbraio 2017

Evviva le navi! Con il loro ansimare, scuotere, sospirare; con il loro gioire delle carezze delle onde, con il loro godere nell’amplesso del mare, le navi sono a misura d’uomo. Teniamole in vita come una prova d’amore. Usiamole per far felici gli ultimi romantici. Usiamole per salvare i depressi! Facciamo viaggiare sulle navi chi non sopporta più il peso della vita, chi non vede ragione per tirare avanti, chi si sente soffocare, e risparmieremo quintali di pasticche.


“…Fu in una giornata di vento forte che soffiava da nordovest che mi occorse un contrattempo. Quella
mattina aprii la porta di casa per uscire, ma alla sua furia non potei oppormi: vestito a festa, entrò ridente fin nella mia stanza senza che riuscissi ad accostare più la porta. Cominciò a giocare, insinuato tra le stanze come nel canale tra due isole e se la prese con le pagine dei libri, sparsi qua e là e sul tavolo vicino alla finestra. Li apriva uno ad uno, le pagine diventavano come ventagli o bandierine; alcune, le più usurate e consumate, le scompaginava fino a distaccarle dalla costola. All'improvviso, dopo il suo turbine di spavalderia e salsedine, uscì, sbattendo quella porta come in un colpo a salve. In quella tregua c'erano pagine disseminate ovunque, pagine che stupita e divertita raccoglievo come fossero conchiglie sulla riva. Aveva staccato dai miei libri le pagine più lise e consumate, appunto quelle che avevo marcato a matita, letto e riletto, girato cento volte. Parlavano tutte di mare.…
…E il mare era per me, e lo è ancora, la più promettente e seduttiva pagina bianca. La pagina non ancora scritta, il sogno non ancora realizzato, il desiderio non ancora estinto, la fuga non ancora portata a compimento, l’assenza che suggerisce la presenza, l’inizio che non ha fine.…”